Tragedia nel mondo dei motori. Peter Lenz, soli tredici anni di età, è rimasto coinvolto in un incidente durante il giro di ricognizione al Gran Premio di Indianapolis.
Il pilota di Washington era al comando del trofeo Moriwaki 250 della Federazione Americana. Travolto da un’altra moto Peter si è spento rapidamente. I paramedici hanno tentato un massaggio cardiaco prima del trasferimento presso l’ospedale Metodista di Indianapolis, ma ogni soccorso si è rivelato vano.
A dare l’annuncio della morte del giovane centauro il padre attraverso un messaggio su Facebook. “Peter è morto questa mattina presto quando è stato apparentemente colpito da un altro pilota. È deceduto facendo quello che amava. Il mondo ha perso una delle sue più brillanti luci. Dio benedica Peter e l'altro pilota coinvolto”.
LA STAMPA
Sul Gran Premio di Indianapolis del motomondiale si allunga una triste ombra per la morte di Peter Lenz, centauro 13enne rimasto coinvolto oggi in un incidente durante il giro di ricognizione di una gara di contorno. Dopo un laconico annuncio sulla pagina Facebook del ragazzo, il padre, che si è firmato «Dad», ha commentato la triste notizia dalla stessa pagina rivolgendo un pensiero al figlio e all’altro centauro coinvolto nell’incidente, il newyorchese Xavier Zayat.
«Peter è deceduto stamattina dopo essere stato apparentemente colpito da un altro pilota», ha scritto il padre di Lenz: «È morto facendo quello che amava e quando è sceso in pista aveva quell’espressione tipica di quando voleva andare veloce. Il mondo oggi ha perso una delle sue stelle più luminose. Dio benedica Peter e l’altro pilota coinvolto. Il numero 45 ora è su un’altra strada che noi possiamo soltanto sperare di raggiungere. Mi manchi ragazzino».
Dopo l’incidente i commissari di gara avevano fatto intendere la gravità della situazione parlando di «lesioni traumatiche». Lenz, 13enne proveniente dallo stato di Washington, dopo essere finito a terra era stato travolto dalla moto di Zayat. I paramedici avevano applicato al giovane centauro un collarino per poi tentare un massaggio cardiaco prima del trasferimento presso l’ospedale Metodista di Indianapolis.
